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ASSEMBLEA SINDACALE ON LINE UNICOBAS SCUOLA GIOVEDÌ 20 APRILE 2023 h.14.30

Assemblea online

L’Unicobas Scuola & Università indice un’ASSEMBLEA SINDACALE ON-LINE PER GIOVEDÌ 20 APRILE APERTA A TUTTI I COLLEGHI, DOCENTI ED ATA, DI RUOLO E NON, in servizio, con permesso orario o fuori servizio, CHE SI TERRÀ dalle h. 14.30 alle h. 19.30 in modalità streaming (video on-line) dal CANALE YOU TUBE dell’Unicobas. Relazioneranno: Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas), Stefano Lonzar, Alessandra Fantauzzi, Alvaro Belardinelli, Alessandro Di Candia (membri dell’Esecutivo Nazionale Unicobas)

PER PARTECIPARE all’ASSEMBLEA:

cliccare sul Link:

ed iscriversi al Canale You Tube dell’Unicobas

e poi seguirla GIOVEDÌ 20 APRILE dalle h. 14.30.

Non c’è limite di partecipazione.

Le domande vanno poste via chat: risponderemo durante l’assemblea.

Odg:

1) AUTONOMIA DIFFERENZIATA E REGIONALIZZAZOINE DELLA SCUOLA: RISCHI DELLA FRAMMENTAZIONE DEL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE

SENZA SE E SENZA MA CONTRO IL DDL CALDEROLI SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, che, in deroga all’art. 117 della Costituzione, affiderebbe alle regioni materie attualmente di competenza dello Stato tra cui l’istruzione.

Si creerebbero sistemi privilegiati e sistemi svantaggiati d’istruzione, a tutto vantaggio delle regioni più ricche (in prima fila nel sostenere senza distinzioni politiche il ddl Calderoli). Il risultato? La creazione di fatto di un ruolo regionale e gabbie salariali, con differenziazione stipendiale messa a sistema. E l’istituzionalizzazione degli squilibri e delle disuguaglianze sistemiche tra Nord e Sud, in contraddizione con le belle parole del PNRR sul “superamento dei divari territoriali”. Per non dire di: programmazioni differenziate, sistemi di reclutamento territoriale e meccanismi differenziati di finanziamento. Già oggi, al Sud la maggioranza delle scuole non hanno neppure l’abitabilità.

2) CONTRATTO NAZIONALE: A CHE PUNTO SIAMO?

Allo stato attuale, le questioni aperte sono ancora tante.

– QUALE “MERITO”? “Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali fra diversi” (Don Milani).

– Nell’ambito di una perequazione complessiva, per tutto il personale si deve arrivare a 1.000 euro (docenti) e 550 euro (ata) di aumento netti, agganciando gli stipendi della scuola almeno ai livelli intermedi (Spagna) relativi alla media retributiva europea (ove invece siamo gli ultimi). Nello specifico: 300 euro netti per il personale ata che, in particolare per quanto riguarda le qualifiche inferiori (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici), ha stipendi da fame. Portare parallelamente la retribuzione dei docenti all’ottavo livello (quello dei vecchi presidi), come è stato fatto per i Dsga (che hanno lo stesso titolo d’ingresso dei docenti: la laurea), il cui stipendio dovrà venire rivalutato di 250 euro.

– Manca un accordo sui nuovi profili professionali ATA, da adeguare alle mansioni legate all’autonomia e all’innovazione tecnologica.

– Messa a sistema delle figure del coordinatore di classe e del coordinatore di dipartimento, che assumerebbero un ruolo manageriale sul modello aziendale (che noi non riteniamo plausibile).

– Introduzione della figura del “docente tutor”, che assumerebbe paradossalmente un ruolo di “controllo” dell’orientamento degli alunni, al di sopra degli altri docenti del Consiglio di classe.

– Lavoro a distanza e ricontrattualizzazione della DAD (secondo il sistema già stabilito dal primo contratto sulla DDI firmato da alcuni sindacati, su piattaforme private e non dedicate e ben poche garanzie giuridiche e d’orario per gli operatori scolastici e senza adeguati riconoscimenti stipendiali aggiuntivi). Si profila la messa a regime di un sistema che, per come è stato gestito, ha tagliato fuori il 33% degli studenti.

– Al contrario di quanto dichiarato da altre sigle sindacali con toni trionfalistici, NON È AVVENUTO UN AUTENTICO RECUPERO DEGLI ARRETRATI: QUANTO ENTRATO IN BUSTA PAGA A DICEMBRE 2022 È AMPIAMENTE INADEGUATO ANCHE RISPETTO ALL’INFLAZIONE (DICHIARATA E REALE);

– NO all’aggiornamento obbligatorio e di regime statuito dal Ministero e dai dirigenti scolastici e NO alle 25 ore di aggiornamento obbligatorio sul sostegno per tutti i docenti, ore aggiuntive rispetto all’orario di servizio e non retribuite.

3) CHIEDIAMO:

*L’ASSUNZIONE IMMEDIATA TRAMITE GRADUATORIA PER TITOLI E SERVIZIO dei precari, docenti ed ata, con 3 anni di servizio PER RIDURRE SUBITO il numero massimo di alunni per classe e potenziare la gestione delle scuole. NO al precariato “usa e getta” (assunzioni a singhiozzo).

*La risoluzione definitiva della questione del precariato, con l’attivazione del doppio canale di reclutamento per il 50% delle nuove assunzioni, ove valgano tutti gli anni di servizio e le abilitazioni già conseguite (onde evitare la necessità di superare più di un concorso).

*L’assunzione di almeno 30mila collaboratori scolastici per coprire i vuoti in organico per la vigilanza, di 20mila fra personale di segreteria e tecnici, più tutto il personale necessario per sopperire alle difficoltà dovute alle migliaia di soggetti fragili ed anziani che (indici Inps) hanno diritto a tutele specifiche.

*Stabilizzazione diretta degli specializzati (e, se necessario, degli specializzandi) di sostegno, percorsi di abilitazione per chi ha esperienza pregressa, onde evitare che oltre la metà delle cattedre continui a venire assegnata a chi non conosce l’handicap, e poi istituzione di una classe di concorso specifica.

*Ricorso sulla carta del docente. Fino adesso i docenti precari sono stati esclusi dal diritto all’aggiornamento finanziato tramite carta del docente, venendo di fatto obbligati a pagarsi da soli corsi e materiali di formazione. L’Unicobas ritiene che la carta del docente sia un diritto degli insegnanti precari, e una risorsa preziosa per la propria formazione. Riteniamo inoltre inaccettabile la riduzione progressiva dell’importo della carta del docente dagli attuali 500 € ai 374 € nel 2028, per pagare i tutor dei nuovi percorsi abilitanti.

*STATO GIURIDICO PER IL PERSONALE EDUCATIVO, che va equiparato ai docenti della Primaria (anche – e non solo – per il bonus docenti).

*ESTINZIONE IMMEDIATA DELLA TRUFFA SUL SERVIZIO PRESTATO CONTRO GLI ATA EX EELL: basterebbero 200 milioni per riadeguare stipendi e pensioni, ed evitare più pesanti sanzioni dalla Ue, dopo ben 10 sentenze favorevoli pronunciate dalla Suprema Corte di Strasburgo.

4) NO INVALSI E PCTO.

● I test standardizzati INVALSI costituiscono di fatto una forma di controllo sull’azione educativa di docenti e scuole, e non garantiscono il debito anonimato sulle condizioni familiari degli alunni (facilmente identificabili attraverso un codice). Pretendono di valutare con un test le competenze acquisite dagli alunni in un corso di studi, contraddicendo inoltre il principio pedagogico della personalizzazione dell’apprendimento. L’ “ansia della prestazione” che avvolge i test porta i docenti al famigerato “teaching to test”, cioè all’addestramento al test che toglie tempo ad attività didattiche maggiormente funzionali.

● I PCTO sono fucina di impiego strumentale e di incidenti (4 mortali) per gli studenti. Via gli orpelli del minimalismo culturale e dell’aziendalizzazione della scuola.

● Ripristino nelle Superiori di Primo e Secondo grado delle ore tagliate di Lettere, Storia, Geografia, Scienze o relative al bilinguismo. Ripristino dei laboratori e delle ore tagliate negli Istituti Tecnici (come prevede un’importante sentenza mai rispettata). Ripristino del programma di storia nella scuola Primaria.

5) CANCELLAZIONE INTEGRALE DELL’ACCORDO CHE RIDUCE IL DIRITTO DI SCIOPERO, cancellazione della risposta sull’adesione o meno agli scioperi e del contingente ata obbligato al servizio.

6) ABOLIZIONE DELLE CONTRORIFORME DELLA “BERLUSCUOLA” E DELLA “CATTIVA SCUOLA” RENZIANA.

● Ritorno immediato ai nuovi programmi del 1985 per la Scuola Primaria (NO all’abolizione del curriculum ciclico).

● Innalzamento dell’obbligo sino al quinto Superiore, ivi compreso l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia.

● Contro la chiamata “per competenze” ed il vincolo quinquennale dopo l’assunzione.

● Contro la vergogna di una legge (singolarmente modificata solo per via contrattuale) che continua a prevedere anche l’abolizione della titolarità di istituto per i docenti, confinandoli nell’organico “potenziato” (di nuovo usato soprattutto per le supplenze).

● Assegnazione di cattedre stabili a tutto l’organico potenziato.

7) PER LA VERA BUONA SCUOLA:

Dalla scuola dell’emergenza alla “scuola ricostruita”: l’Unicobas vuole un contratto specifico per la Scuola (per Docenti ed Ata) fuori dai diktat del DLvo 29/93 che impedisce aumenti superiori al tasso di inflazione programmato dal Governo (cosa che ci ha fatto diventare i peggio retribuiti della Ue), nonché la rielezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), già rimandata ben oltre il suo limite fisiologico (2020), con l’assorbimento da parte dello stesso ambito disciplinare di Insegnanti ed Ata (fuori dalla giurisdizione dei dirigenti). Questo è l’unico organismo che può stilare il codice deontologico dei docenti (figure professionali). Esigiamo il ricalcolo della rappresentatività sindacale sulla base di queste elezioni di categoria a suffragio universale con diritto di assemblea in orario di servizio per tutte le sigle.

A SCUOLA SOLO IN SICUREZZA:

● NO alle classi pollaio. Nonostante l’emergenza pandemica non s’è pensato alla sanificazione dell’aria (per la quale la Germania ha investito 500 milioni di euro), con la “pulizia approfondita” scaricata sugli Ata invece della sanificazione delle ASL, senza mezzi di trasporto dedicati (come in Germania), senza ridurre i gruppi-classe a 15 alunni (come fatto in Germania e Regno Unito – il Belgio s’è fermato a 10), il tutto grazie ad un Protocollo firmato dal Miur e dalle Organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative”. Si sono tenute aperte Scuola dell’Infanzia, Primaria e Media con 25 alunni anche in 35 metri quadri e nelle Superiori si sono lasciati a casa gli studenti anche per due giorni a settimana, con turni infernali e senza mensa. Parallelamente è stata estesa senza limiti la giornata lavorativa di docenti ed Ata. I primi sono stati usati di sovente come “tappabuchi” su cattedre e per sostituzioni che non competevano loro. Agli Ata sono state imposte mansioni di sanificazione spettanti alle Asl, nonché l’uso illegittimo delle ferie per i giorni di chiusura delle scuole.

● Vogliamo l’ampliamento e l’ammodernamento degli spazi didattici con piena fruizione del patrimonio edilizio inutilizzato (caserme dismesse, etc.) proprietà di stato, regioni, enti locali.

● La politica cobelligerante, l’aumento dei costi dell’energia, i maggiori investimenti per nuove spese militari, ben oltre i già pesantissimi 25 miliardi attuali l’anno, determineranno la definitiva marginalizzazione dell’istruzione. L’80% degli istituti italiani (mense comprese) sono fuori norma su igiene e sicurezza, ma il PNRR (220 miliardi) stanzia solo 800 milioni per l’adeguamento degli edifici invece dei 13 miliardi necessari.

9) PRESIDE ELETTIVO, sul modello dei Rettore di Facoltà nelle Università.

10) SU QUESTA PIATTAFORMA NAZIONALE SCIOPERA Venerdì 5 Maggio e manifesta a Roma sotto il MINISTERO DELL’ISTRUZIONE dalle h. 9.30. Questo sciopero è stato proclamato anche dalle OO.SS. COBAS SCUOLA e COBAS SARDEGNA. Se nella tua scuola non facessero passare (come di dovere) la circolare dello sciopero, o se hai bisogno d’aiuto, chiama la sede nazionale di Roma, Via Casoria 16 – 00182 (h. 9.00 / 12.00 – sabato incluso e 16.00 / 20.00 – sabato escluso): 067026630 – 067027683. Mail: segreteria.nazionale@unicobas.org

Collaborate: CONDIVIDETE SUBITO L’EVENTO INVITANDO AMICI E COLLEGHI, tramite il LINK, già da prima del 20 APRILE, CONDIVIDETE l’evento con la DIRETTA sul VOSTRO PROFILO FACEBOOK e sui GRUPPI SCUOLA FACEBOOK AI QUALI siete ISCRITTI.