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SCUOLA: IL 12 MAGGIO SCIOPERO UNITARIO UNICOBAS – COBAS – GILDA

SCUOLA: IL 12 MAGGIO SCIOPERO UNITARIO UNICOBAS – COBAS – GILDA CONTRO L’APPLICAZIONE DELLA ‘RIFORMA’ RENZI, L’ACCORDO SULLA MOBILITÀ, I QUIZ INVALSI E PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO. A ROMA MANIFESTAZIONE DAL MINISTERO (h. 9.30): una piazza gremita di scuole in lotta ove raccogliere ulteriori decine di migliaia di adesioni ai quesiti abrogativi della L. 107 (‘riforma’ Renzi) ed agli altri referendum sociali (no inceneritori, no trivelle, petizione sì acqua pubblica). L’Unicobas aderisce agli scioperi del 4 e 5 Maggio contro la somministrazione e la correzione delle prove Invalsi nella scuola Primaria proclamati dai Cobas e dall’Sgb (sciopero di mansione).

L’attuazione della L. 107/2015 va bloccata qui ed ora, senza se e senza ma, non validata con inciuci contrattuali sulla mobilità del personale. CGIL, CISL, UIL, SNALS SOCCORRONO IL GOVERNO ED ACCETTANO CHIAMATA DIRETTA ED AMBITI TERRITORIALI, architravi della controriforma. Con questo sciopero unitario in campo non hanno più alibi: disdire l’intesa e scioperare con noi o rimanere definitivamente schierati con Renzi e la Giannini. L’accordo ‘con sequenza contrattuale’ raggiunto fra il Ministero ed i sindacati tradizionali è inaccettabile: i vari ‘movimenti’ relativi alla mobilità del personale docente ed ata implicano enormi disparità di trattamento non solo fra gli insegnanti stabilizzati ante-legem 107/2015 ed i neo-assunti, ma anche fra le quattro fasi della nuova campagna di reclutamento. Se con il primo ed il secondo ‘movimento’, i docenti assunti entro il 2013 potranno ancora (ma solo per quest’anno) chiedere trasferimento in una scuola, in particolare il terzo e quarto ‘movimento’ penalizzano decine di migliaia di docenti. A cominciare da chi è passato di ruolo entro il 2014 (quindi prima della ‘riforma’), che potrà sperare di ottenere una titolarità di istituto solo se avrà la (rarissima) ‘fortuna’ di trovare posto proprio in quell’unica scuola che l’accordo consente loro di indicare nella domanda di trasferimento, poiché altrimenti finirà su una rete di istituti in balia dei dirigenti di un territorio grande quasi quanto una provincia (o di un’area metropolitana della stessa ampiezza) per un’utilizzazione da ‘tappa-buchi’.
Il quarto ‘movimento’ condannerà invece tutti gli assunti delle fasi ‘B’ e ‘C’ al limbo degli ambiti territoriali, con l’aggravante che, mentre i neoassunti dalle graduatorie di merito dei vecchi concorsi si muoveranno a livello regionale, quanti sono stati presi dalle GAE (Graduatorie ad esaurimento), verranno addirittura spediti ovunque sull’intero territorio nazionale.
Non solo non è stata risolta, ma neppure ‘trattata’, la questione del demansionamento di 30.000 docenti inviati negli ambiti ‘a caso’contro la propria volontà e senza tenere in conto le richieste delle scuole per l’organico cd. ‘potenziato’. Si tratta di chi, pur abilitato in diritto, greco o filosofia, è stato assegnato ad un istituto comprensivo (scuola Primaria e Media), ma anche di quegli istituti che, ad esempio, pur avendo chiesto uno o più insegnanti di matematica si sono visti mandare dagli Uffici Scolastici Regionali uno o più insegnanti di educazione motoria (o altro). Una vergogna che, se adeguatamente portata a conoscenza dell’opinione pubblica, basterebbe da sola, in un Paese con una stampa attenta e non asservita al ‘Principe’ di turno, per sbugiardare completamente Renzi e la sua cd. ‘Buona Scuola’.
Stiamo avviando una valanga di ricorsi che, a costo di dover giungere sino alla Suprema Corte di Strasburgo, ci daranno il modo di imporre alla Corte Costituzionale di esprimersi su una legge che Mattarella per primo non avrebbe mai dovuto avallare. Stiamo già sostenendo da tempo una grande battaglia, sia sul demansionamento che sulle disparità di trattamento, ma in particolare sul blocco dell’elezione dei comitati di valutazione degli insegnanti per il cd. ‘merito’, che non possono funzionare se ‘collegi imperfetti’: a) i Collegi dei Docenti si stanno già rifiutando di avvalersi del diritto di eleggere i due membri di propria competenza (la metà delle scuole è senza comitato); b) i Consigli di Istituto stanno facendo altrettanto. Anche dove il comitato è stato eletto, stanno tornando sui propri passi, dimettendosi prima di sottoscrivere i criteri del ‘merito’, perché ovunque s’è finalmente capito che il ‘bonus’ non può venire ‘contrattato’, come sostenevano quelle sigle che hanno fatto accomodare le proprie RSU nei ‘comitati’ (cosa che stava aprendo di fatto la strada alla discrezionalità assoluta del dirigente scolastico). Infine, l’Unicobas dà indicazione di indisponibilità a svolgere la funzione di ‘tutor’ (cosa che blocca l’alternanza scuola-lavoro).


Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas)